Rivivere l’esperienza del Grand Tour a Napoli: vi racconto del Bencivenga Grand Tour a Napoli Sotterranea
Immaginate un giovane aristocratico inglese, francese o tedesco. I suoi studi, la sua lingua, la sua cultura, il suo stile, a ridosso del Settecento, dovevano avere un forte supporto (non solo economico): quello dell’esperienza. Così chiedeva a madre e padre di poter fare un viaggio per crescere culturalmente raggiungendo le città più belle dell’Europa; ma si sa, le più pregne di cultura e di storia erano le città italiane. Era il viaggio della vita, ed era chiamato Grand Tour.
Il giovane rampollo in Italia faceva la corsa per visitare Roma per la cultura classica e Napoli per quella neoclassica, e quando sarebbe tornato a casa non sarebbe stato più lo stesso. Goethe aveva trovato a Napoli quella luce di vita che rischiarava le sue giornate, Montaigne ritrovò la salute nei bagni di acque medicali, John Milton entrò in contatto con tanti giovani illustri italiani. Insomma l’Italia era quel Paese europeo che ti entrava nel cuore e difficilmente poteva uscirne.
Nel 2017 la famiglia Bencivenga riprova a far rivivere l’esperienza del Grand Tour ai bloggers (non più europei) ma italiani, che con occhi curiosi e capacità social, sono i nuovi “viaggiatori” dell’era digitale. La famiglia Bencivenga è proprietaria della storica maison di alta Sartoria omonima, e per il Bencivenga Grand Tour ci ha fatto visitare una piccola parte di storia napoletana molto caratteristica: siamo partiti dal gusto barocco del Gran Caffé Gambrinus per spostarci a diversi metri sotto la superficie…nel mondo sotterraneo che percorre Napoli in lungo e in largo.
Napoli Sotterranea: una rete di cunicoli che conteneva l’acqua sotto la città
La Napoli Sotterranea è una vero e proprio mondo speculare a quello di superficie: dall’uso greco di scavare nel tufo sotto le città per avere serbatoi e cisterne di acqua piovana per l’uso comune, i romani ne ampliano e rendono avanzata la tecnica, costruendo gli acquedotti lunghi miglia e miglia. Sotto Napoli c’è uno degli acquedotti più antichi della storia che partiva dalle sorgenti d’acqua nell’avellinese, percorreva i Campi Flegrei e arrivava alla Piscina mirabilis (Bacoli) che accoglieva ben 15.000 metri cubici di acqua. Nel Seicento un nobile napoletano decise di ampliare le cavità sotto Napoli in modo che ogni palazzo aristocratico avesse il suo personale pozzo di acqua.
La grande comodità dell’avere l’acqua fin dentro casa continua per tutto il Settecento e Ottocento, fino a quando nel 1885 si ebbe un versamento di un pozzo nero a Forcella che andò a contaminare tutte le cisterne d’acqua; ciò ebbe un’eco devastante perché in quegli anni si ebbe la più grande epidemia di colera.
Napoli sotterranea: da acquedotto a rifugio antiaereo
Il nostro Bencivenga Grand Tour ci ha portato giù attraverso delle scale scavate proprio in uno di questi pozzi. Ora che l’acqua a Napoli non viene raccolta più nelle cisterne sotterranee, questo mondo sotterraneo si presenta in modo diverso. Durante la Seconda Guerra Mondiale la “Napoli Sotto” divenne rifugio antiaereo che accoglieva circa 270.000 persone nei suoi cunicoli, nelle sue grandissime vasche dai soffitti altissimi – e le mura freddissime.
La parte di Napoli Sotterranea che abbiamo visitato noi moderni grand-turisti è stata quella di via Chiaia, che durante la guerra, accolse le famiglie di artisti come sarti e modisti napoletani. I graffiti che ancora si vedono sui muri dei rifugi antiatomici sono la testimonianza abbastanza recente di vite artistiche. Accanto ai nomi propri graffiati con chiodi di ferro sul muro si trovavano anche preghiere (Pregate a Gesù), posti riservati ai potenti (Questo posto è del sign. xxx), bagni alla turca, fontanelle, letti in ferro, tricicli, culle per bambini trovati nel reticolo fittissimo di cave e cunicoli che serpeggia sotto l’intero capoluogo partenopeo.
Dopo la guerra, Napoli Sotterranea si svuota e cede il posto a calcinacci, macerie, rifiuti e solo da una ventina di anni studiosi e speleologi LAES (Libera Associazione Escursionisti Sottosuolo) si sono battuti per ripulire e rendere visitabili queste meravigliose cisterne che un tempo furono piene di vite spaventate.
Bencivenga Grand Tour: la storia della famiglia Bencivenga e dell’omonima maison
Il nostro Bencivenga Grand Tour è continuato scoprendo il lato storico della maison sartoriale della famiglia Bencivenga, che nasce negli anni Cinquanta con una piccola bottega napoletana. Attraverso gli anni, figli, zii e nipoti si sono impegnati a portare avanti il sogno della nonna, facendosi conoscere nell’ambito dell’alta sartoria italiano ed internazionale. Una piccola sfilata attraverso gli abiti più rappresentativi dei decenni che vanno dagli anni Sessanta ai Duemila è ciò che ha chiuso la nostra visita alla Napoli Sotterranea.
La caratteristica della famiglia Bencivenga è il contare, per l’appunto, sul forte rapporto che lega gli uni agli altri: solo questo rapporto strettissimo – lasciatemi dire – tipico delle famiglie del Sud Italia ha fatto sì che il marchio fosse conosciuto e rinomato non solo nei confini italiani ma anche all’estero. Numerose personalità del mondo dello spettacolo hanno scelto le loro creazioni (Antonella Clerici, Simona Izzo, Justine Mattera, Silvana Pampanini, Paolo Belli, Ricky Tognazzi) e le importanti collaborazioni con il Teatro San Carlo, la scuola militare “Nunziatella” di Napoli, Miss Italia ne hanno accresciuto la già conclamata fama negli ambienti sartoriali.
Piena di suggestività è stata la sfilata organizzata per noi bloggers che ha mostrato 5 abiti della storia Bencivenga, che, cronologicamente, scandivano i decenni. Qui sopra il tailleur pantalone anni Ottanta,con pantaloni a palazzo e blazer oversize. Le righe verticali sono in brillante lurex nero e gli accessori sono vistosi ed eleganti. Inutile dire che è il mio look “storico” preferito! Il nostro Bencivenga Grand Tour è finito laddove era iniziato: tra le poltroncine barocche del caffé Gambrinus ed un deciso aroma di caffè…
Ringrazio la famiglia Bencivenga per la bellissima esperienza del Gran Tour e Viralbeat per aver organizzato tutto nei minimi dettagli.