Leggere
la parola “futuro” vicino a quella di “artigianale” potrebbe
far storcere il naso: quando pensiamo al futuro probabilmente ci
immagineremo macchine volanti, città sospese e teletrasporti, non di
certo il ritorno ai mestieri manuali. E invece nel 2015, sembra che
la tendenza a ritornare “al passato” sia il vero futuro.
Giovanissimi e non riprendono in mano gli attrezzi del mestiere di
nonni e padri e riscoprono il piacere di lavorare con le mani, spesso
per necessità oltre che per passione. A Firenze, proprio pochi
giorni fa, si è conclusa la XXI edizione di Artigianato e Palazzo,
una mostra internazionale che privilegia la manifattura italiana e le
nostre eccellenze lasciando esporre circa 80 artigiani italiani. Al suo interno l’iniziativa Blogs&Crafts che ha
dell’incredibile: propone a 10 artigiani under 35 di esporre
gratuitamente i propri lavori alla mostra e nello stesso tempo
affianca il “futuro” di cui sopra, ovvero il mondo del web e dei
social rappresentato dai bloggers.
Così
mi sono ritrovata a filmare e documentare la mostra, o, come mi piace
dire, a conoscere cosa c’è dietro alle giovani speranze di questi
ragazzi.
sono entrata nell’androne di Villa Corsini a Firenze, li ho trovati già lì:
gli artigiani di Blogs and Crafts erano arrivati di mattina presto
per allestire il proprio stand. Già desiderosi di immergersi in
questa nuova esperienza, li disturbo nella loro preparazione e
comincio a parlare con loro. Primo stand che visito è quello di
Gabriele Pici, artigiano di Lecce che da un pezzo di pietra riesce a
cacciare elegantissime forme affusolate. La pietra leccese, mi dice Gabriele, è una bella pietra calcarea, bianca e luminosa, che si
presta molto ad essere lavorata. Con scalpelli, martelli ed una buona
dose di calli sulle mani, Gabriele scolpisce lampade, vasi,
portacandele e ciotole nella bianchissima pietra, che con la luce di
lampade e candele diventa un oggetto elegante e prezioso, senza
perdere nemmeno un filo di possenza e forza proprie di un elemento
come la pietra.
Gabriele intento a lavorare su altri pezzi e cambio decisamente
genere. Dalla pietra al cappello di Gemma Vernò. Gemma è una
ragazza dal viso vispo e gentile, ed è intenta a creare cappelli.
Graziosi cappelli da cerimonia, fascette e velette che non hanno
nulla a che fare con lo stile classico. In ogni cappello di Gemma
vedo estro, creatività e un pizzico di brio. Feltro, paglia e veli
passano sotto le mani di Gemma e diventano subito moda. Mi racconta
che da Milano si è trasferita per diverso tempo a Londra, per
lavorare in una casa di moda durante il periodo del matrimonio di
William&Kate e saprete benissimo quanto amino i cappelli gli
Inglesi! Dopo l’esperienza estera, torna in Italia e continua a
credere nel suo bel sogno, lavorando per la confezione di cappelli da
sposa e da cerimonia. Li avrei provati tutti, ma su suo consiglio, ho
scelto questo verde mini da portare sulle ventitré (grazie ad un discretissimo elastico).
Gemma e mi dirigo verso lo stand vicino. A primo impatto devo essere
sincera: ho sbirciato le minute creazioni di Margherita De Martino Norante senza ben capire cosa fossero. Avevano le sembianze di cotte
medievali in scala piccolissima. Poi Margherita mi spiega come lavora
l’argento e l’oro e nella mia mente (poco digiuna di favole e miti!)
si delinea l’immagine di una filatrice di metalli preziosi al pari
della favola di Tremotino, dei fratelli Grimm, folletto che per magia
trasformava la paglia in oro. Margherita fa la stessa cosa: fonde i
metalli preziosi, ne crea dei fili che poi tesse all’uncinetto (avete
capito bene!) per creare cravatte in maglia, orecchini, anelli e
spille dalle forme non convenzionali interamente tessute con il filo
di metallo.
potesse filare – senza magia – saluto la magica orafa e passo dai
gioielli in metallo ad un altro materiale, vivo e cangiante, almeno è
quello che mi dice Valentina Marelli riferendosi al legno. La sua
collezione Essenze Gioielli è composta da bijoux in legno pregiato,
gemme e metalli preziosi, in forme e colori davvero innovativi. Se
pensate che il legno sia il materiale più semplice da lavorare, vi
sbagliate di grosso! Valentina mi rivela che il legno, soprattutto
l’ebano, è quel tipo di materiale che continua a vivere, a respirare
e quindi a spostarsi, diventando instabile e alle volte un po’ snob,
mi sentirei di aggiungere io! Per creare un anello in legno e metallo
per destinarlo alla vendita, Valentina deve aspettare molto tempo per
far sì che il legno si leghi in modo stabile al metallo e non
modifichi la sua forma con l’alternarsi di caldo e di freddo. Lo
avreste mai immaginato? Il legno è un materiale che resta vivo anche una volta
staccato dall’albero!
legno, passiamo ad un materiale suo derivato, la carta e allo stand
Arual Dem di Laura de Martino. Con la carta si crea di tutto, e con
la carta riciclata Laura ci crea dei bijoux. Scovando vecchie riviste
e giornali in soffitta, con alcune tecniche prese dagli origami,
Laura riesce a creare moduli “mobili” e geometrici utilizzando
strisce intrecciate di carta. Carta che
diventa monili, ciondoli, orecchini e bracciali, che prendono forma
velocemente dalle mani di Laura che velocissimamente crea gli
intrecci e le spirali per RBY Collection, la collezione fatta dei
colori primari Red, Blue, Yellow.
accessori alle armi, il passo è breve! O almeno ho dovuto fare pochi
passi per visitare lo stand di Antonino Versaci, artigiano di
coltelli provenienti dalla centenaria tradizione siciliana. Punte
affilatissime e manici sottilissimi questi coltelli creati
rigorosamente a mano, che si inseriscono nella vita del siciliano del
Novecento. Utensile per la vita di tutti i giorni, utilizzato
per mangiare e per tagliare il cibo, il coltello è anche strumento di
offesa e di difesa. Molti manici e molte punte, mi spiega Antonino,
erano fatte proprio per affondare e ritirare facilmente il coltello,
che poi si richiudeva per essere inserito in stivali e portato facilmente con sé.
Sicilia ai suoi antipodi: ci spostiamo a Trieste e vi porto allo
stand Dezen Dezen (leggi dezèn dezèn) dove Marco e Michele creano
t-shirt utilizzando la tecnica serigrafica e dei colori per tessuto.
L’innovazione sta anche qui nell’aver ripreso una tradizione, ovvero
quella delle fantasie tipiche dei foulard fatte con vecchi telai di
famiglia e di adattare la stampa alle t-shirt di cotone, per un
risultato dai colori in contrasto. Ho anche filmato i ragazzi
all’opera, in un lavoro preciso e allo stesso tempo veloce e la resa
è unica!
Creare un prodotto nuovo con strumenti vecchi: come questi telai in legno per foulard reinventati per creare Creare un prodotto nuovo con strumenti vecchi: come questi telai in legno per foulard reinventati per creare stampe su t-shirt, shopper e top Loro sono Dezen Dezen di Trieste. #blogsandcrafts #dezendezen
Posted by Lo stile di Artemide on Domenica 17 maggio 2015
Blogs and Crafts l’artigianato e la fantasia non hanno limiti; altre
artigiane selezionate sono state 2 architetti, Annarita e Sara di
UNOADUE, che creano modelli e prototipi architettonici per grandi
studi di architettura (per citarvi giusto un nome, hanno lavorato
anche per lo studio di Fuksas). I plastici sono fatti in materiali di
avanguardia, con il gusto e la freschezza di idee delle due giovani
menti creative. A colpirmi, oltre al grande catalogo di modelli
architettonici, sono stati i giochi in legno e le geometrie
impossibili, che per l’occasione, sono diventate il disegno di sottobicchieri.
il design della modellistica e vado indietro nel tempo, insieme a
Giulia Ciuoli e all’arte della tessitura con telaio. Il suo studio di
progettazione Pamphile riprende il nome dall’omonima dea greca legata
alla tessitura, e le sue collezioni ripropongono sul tessuto trame
architettoniche famose, come la facciata del Palazzo Ducale a Venezia, il cromatismo marmoreo all’interno del Duomo di Siena ed
addirittura il disegno di una vigna, creato in rilievo. Non
avevo mai visto tessere con il telaio a leve e Giulia è stata ben
felice di mostrarmelo: con un sistema di leve si alzano e si
abbassano i licci, che trattengono i fili da intrecciare, a mano si
infilano le spoline di tessuto da incrociare con i fili tesi, e per
creare l’intreccio fitto si abbassa e si alza il pettine con più o
meno forza. In questo video è tutto magistralmente eseguito da
Giulia.
Avete mai visto una tessitrice al telaio? Io mai, ma avevo in mente una fantasiosa immagine di Penelope che tesseva di giorno e sfilava nottetempo… ma poi guardando la collezione Pamphile di Giulia Ciuoli tutto ha avuto un senso: il telaio è un macchinario molto affascinante, sembra anche semplice da usare, e vedere i fili intrecciarsi mi rilassa tantissimo! (Ho notato che tutti i lavori manuali mi rilassano, dite che è un male??)Artigianato e Palazzo #blogsandcrafts
Posted by Lo stile di Artemide on Mercoledì 20 maggio 2015
mio viaggio attraverso l’artigianato, giungo all’ultimo stand, quello
di Formaliz3d, e nel suo universo decisamente avveniristico della
stampa in 3D. Matteo, Simone e Dario sono 3 designer che con la
stampa 3D creano complementi d’arredo, come lampade e cestini e
simpatici papillon rigidi iper-colorati. La tecnica ha un lato
digitale e uno meccanico: attraverso un programma di design sul PC si
progetta l’oggetto, il programma lo estrude ed lo invia alla
stampante 3D che poi lo stampa strato su strato, utilizzando un filo
in materiale plastico.
deciso di raccontarvi le loro storie attraverso il mio racconto, le foto ed i video perché volevo dare spazio alle passioni e alla bravura dei giovani che come me continuano a credere nell’avvenire.
voglia di fare e di conoscere: un fuoco sempre vivo che
arde negli occhi e nelle giovani menti di chi non si fa scoraggiare da un’Italia che non tutela i giovani, ma che crede che con le proprie mani non si creino soltanto oggetti artigianali, ma anche il proprio futuro.
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